Galway Kinnell

Galway Kinnell Fin dalla prima raccolta, ''Che regno era'' (What a Kingdom It Was, 1960), la sua poesia di mistico moderno fissa il percorso simbolico di una esistenza divisa fra sofferenza notturna e l'idillio del giorno, tra l'adesione al mondo materiale, sociale, contemporaneo, e l'immersione nella tenebra. In ''Poesie della notte'' (1968) e ''Il libro degli incubi'' (''The Book of Nightmares'', 1971) l'ansia di conciliare gli opposti, mai appagata in Kinnell, trova precisi modelli formali nella ricerca alchemica - nella metafora del fuoco rigeneratore - e nel processo onirico, che coinvolgono la scrittura in uno scomporsi e ricrearsi di nuove strutture lessicali.

Artista dai molti maestri (Walt Whitman, Gerard Manley Hopkins, William Butler Yeats, Pablo Neruda, Yves Bonnefoy, da lui tradotto, come anche François Villon) e dal lungo apprendistato, Kinnell è stata una delle voci più forti ed inquietanti della poesia americana contemporanea.

Ottenne il Premio Pulitzer per la poesia nel 1983 per l'opera ''Selected Poems''. da Wikipedia
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